Open Day Cooperativa Terra-Nova

Open Day Cooperativa Terra-Nova

Sabato 7 dicembre 2019 ore 12:00

 Terranuova Bracciolini Cantiere

Abitare Sociale PartecipatoIMG-20191123-WA0045

Il Programma della giornata

  • Saluto agli intervenuti – Sergio Chienni | Sindaco Comune di Terranuova Bracciolini

  • Facciamo il punto sull’andamento del cantiere

  • Indicazione delle strategie future in tema di social housing, abitare sociale partecipato e autocostruzione – Vincenzo Ceccarelli | Ass. Urbanistica e Politiche Emergenza Abitativa Regione Toscana

  • Visita al cantiere e momento conviviale insieme ad autocostruttori e muratori

Per l’individuazione del cantiere clicca su http://bit.ly/339YW1i o scansiona il qr-code QR Code Open Day 7 dicembre
INFO: Consorzio Solidarietà | 338/89.87.154 | housingsociale@consorziosolidarieta.it
Evento Facebook | clicca qui per visualizzare/scaricare la locandina | clicca qui per avere maggiori informazioni sul progetto
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Abitare sociale e contesto

L’ Abitare Sociale Partecipato non rappresenta soltanto l’occasione per avere un appartamento ad un prezzo contenuto: il cantiere in cui si pratica l’autocostruzione, oltre ad essere un luogo di lavoro é anche il luogo in cui crescono relazioni, emozioni, sentimenti. Il concetto di Abitare Sociale Partecipato è ispirato dalla prospettiva di non offrire soltanto una casa in cui abitare, ma anche una comunità in cui vivere e con cui condividere. Fatica/amicizia, impegno/condivisione, lavoro/partecipazione, sudore/prossimità, stanchezza/reciprocità ed anche cooperazione, mutualità, buon vicinato, relazioni positive, solidarietà… Tutto questo è Abitare Sociale Partecipato.

Il contesto sociale e i mass media

Leggendo i giornali, guardando la TV o navigando sui social, troviamo uno scenario sociale descritto spesso come ostile e minaccioso, dove prevalgono sentimenti negativi come paura, rabbia, rancore, livore, dove “l’altro” viene percepito come una minaccia, dove ognuno si arrocca in difesa dei propri piccoli o grandi privilegi. Un mondo piccolo, triste e preoccupato dove ci si chiude, dove si innalzano muri e barriere, dove anzitutto bisogna difendersi.

Si tratta di una visione antropologica negativa che i latini definivano homo homini lupus, cioè ogni uomo è lupo per gli altri uomini, dove prevale l’istinto a sopraffare il proprio simile e l’unico modo per sopravvivere consiste nello sbranare il più debole e difendersi dal più forte. È una visione del mondo pessimista, cupa, ostile, dove non c’è spazio per l’amicizia, la generosità, la prossimità… Condizioni che in questa narrazione del mondo vengono descritte come “buonismi”, sminuite a lussi per anime belle, per pseudo-intellettuali radical chic.

Credere nella convivenza e il Progetto Terra Nuova

Esistono tuttavia altri modelli di convivenza che hanno uno sguardo più positivo e sereno sul mondo, dove lo sguardo spazia su orizzonti più ampi, dove lo sforzo è aprirsi all’altro e non arroccarsi; dove si fatica per costruire ponti piuttosto che muri; dove si ricerca quello che unisce, piuttosto che quello che divide. Perseguire questo secondo modello non significa bearsi in un ingenuo ottimismo. È, anzi, l’esatto contrario: la vera ingenuità sta nel credere che il chiudersi sia una strada efficace, senza considerare che se ci rafforziamo, troveremo inevitabilmente qualcuno più forte di noi; se ci armiamo, prima o poi incroceremo qualcuno più armato e se ci incattiviamo, finiremo per imbatterci in qualcuno più cattivo. Se si vuol restare con i piedi per terra va percorsa la strada dell’incontro, consci delle difficoltà che si troveranno, ma con il realismo di chi sa che è l’unica via possibile.

Il progetto di Abitare Sociale Partecipato della Cooperativa Terra-Nova va in questa direzione, che non è certo la più semplice, né la più facile. Lo sanno bene gli autocostruttori che sperimentano ogni giorno la fatica di convivere con le diversità dell’altro, ma nonostante tutto continuano testardamente a cercare punti di incontro.

L’abitare sociale partecipato

C’è un’Italia operosa che si rimbocca le maniche e si fa parte attiva nella soluzione dei propri problemi, un’Italia che non si lamenta, non semina rancore, intolleranza, diffidenza, ma accoglie le differenze – culturali, ideologiche, religiose, etniche – o più semplicemente differenze di carattere, di abitudini, di stili di vita ed impara, giorno dopo giorno, a rispettarle ed a conviverci. È l’Italia dei cantieri dell’Abitare Sociale Partecipato, del Social Housing, dove oltre alle case si costruiscono anche le buone relazioni, la prossimità e la comunità.

La casa più bella è quella in cui si vive bene

Dopo diversi mesi di cantiere gli autocostruttori hanno sperimentato sulla propria pelle che la fatica più grande, non è quella fisica che si prova tornando a casa stanchi, dopo aver effettuato il turno di lavoro, per costruire la propria casa. La fatica più grande è, piuttosto, quella di edificare la comunità, di costruire relazioni che continueranno anche dopo la fine del cantiere, gestendo la complessità insita nel far convivere persone differenti. Al contempo gli autocostruttori hanno anche maturato la consepevolezza che la casa più bella è quella in cui si vive bene, perché si è circondati da relazioni positive. A ben guardare – non esistono alternative valide e convincenti: o si accoglie la sfida di costruire delle relazioni di prossimità, reciprocità, mutualità e solidarietà con i propri vicini di casa, o si finisce nel cortocircuito di far coesistere la prossimità fisica (essere vicini di casa) con la distanza relazionale. La vera sfida consiste nel cercare di accrescere le relazioni di incontro, confronto e scambio. Da questo punto di vista il cantiere della Cooperativa Terra-Nova risulta essere una palestra di democrazia, di partecipazione, un laboratorio di politica abitativa attiva, dove i cittadini non restano passivamente in attesa che qualcuno trovi loro una casa, ma si fanno parte attiva nella soluzione del proprio problema.
Per tutte queste ragioni il progetto di Abitare Sociale Partecipato della Cooperativa Terra-Nova rappresenta una buona pratica e una buona notizia che va raccontata, divulgata, diffusa per seminare voglia di fare, voglia di nuovo, entusiasmo e speranza. Soprattutto è una buona pratica che va replicata per contrastare il clima diffuso dagli odiatori che seminano paura, rabbia e rancore.

Il partenariato per la riqualificazione urbana

Per queste ragioni stiamo sviluppando una riflessione condivisa con la Regione Toscana, con il Comune di Terranuova Bracciolini, con il territorio, sul tema dell’Abitare Sociale Partecipato, allo scopo di sperimentare nuove forme di intervento e auspicabilmente, anche nuovi interventi capaci di riqualificare il tessuto urbano, attraverso la valorizzazione del patrimonio edilizio in disuso, degli edifici incompiuti, delle periferie e aree degradate, delle aree industriali dismesse, dei centri storici da riqualificare e ripopolare.

Lucio Cimarelli
Sociologo

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